Valutazioni conclusive della commissione giudicatrice
La Commissione ritiene utile esprimere alcune valutazioni e raccomandazioni sulla base di quanto emerso nei due giorni di lavori per l’individuazione dei progetti vincitori del concorso, oltre che dalle considerazioni emerse anche a seguito dei sopralluoghi effettuati nelle piazze del centro cittadino.
Tali considerazioni, unitamente alle proposte dei progetti vincitori e per alcuni aspetti anche da quelle emerse da buona parte dei partecipanti, potranno costituire una base di partenza per una coordinata progettazione delle due piazze, che la Commissione auspica vivamente venga attuata.
Fa un plauso all’Amministrazione Comunale, al Servizio Ufficio di Piano e Programmazione Urbanistica ed alla Fondazione Architettura Belluno Dolomiti, che hanno promosso e seguito il Concorso sulle piazze, creando le opportunità per questo positivo momento di incontro e di approfondimento.
L’auspicio è che tali esperienze siano ripetute e che ciò costituisca solo l’inizio di un percorso di condivisione e di confronto, in grado di far emergere le migliori idee ed avviare una riflessione sul tema degli spazi pubblici fruibili dalla città.
Le piazze interessate, che si confermano di grande qualità architettonica, hanno stimolato riflessioni circa il mutato ruolo dello spazio pubblico e fatto emergere interrogativi sulle ragioni della loro attuale sempre minore capacità di attrazione quale luogo di incontro e di relazione.
L’identità della piazza, che costituisce il tema fondante di ogni proposta progettuale di rinnovo utilizzo o riqualificazione, non trova conferma dalla presenza di oggetti che intendiamo inserire nello spazio vuoto che essa originariamente ci mette a disposizione, nè da una appartenenza che tali oggetti hanno acquisito con essa nel corso degli anni e che a noi risultano oggi, spesso impropriamente, come elementi di intimo legame e quasi indissolubili rispetto alla sua stessa identità, per certi aspetti arrivando sino ad alterarne il ruolo e a trasformare in contenitore ciò che è nato come spazio.
E’ pertanto superflua l’aggiunta di qualsiasi volume o elemento che possa in qualche modo snaturare il luogo, rendendo pieno ciò che solo apparentemente risulta vuoto e che non richiede sempre e necessariamente di essere riempito.
La piazza deve diventare una piattaforma di convivenza diversa e flessibile, rispondendo nei tempi giusti alle mutate esigenze e ai diversi fenomeni di trasformazione anche in un arco temporale lungo.
Il riconoscimento della qualità storica e architettonica, della connessione della piazza al paesaggio circostante e alla sua forma, costituiscono già di per sè un patrimonio da valorizzare senza aggiunte di volumi o elementi visibili, che spesso contribuiscono solo a snaturare ciò che già la piazza rappresenta.
Più che inserire vani e locali nuovi nello spazio piazza, il suggerimento della Commissione è di concentrarsi sulle possibilità di recupero ad un pieno utilizzo dei locali e dei vani già esistenti e attualmente dismessi che affacciano sulla piazza, rioccupando anche i primi piani degli edifici da dove la percezione della piazza assume una piena e affascinante dimensione.
Per esempio, l’edificio della Banca d’Italia, oggi dismesso e dotato di una splendida terrazza con vista sulla piazza, che potrebbe diventare un importante contenitore di nuove e stimolanti attività (bar, ristorante, libreria, ecc.).
E per contro, la massiccia sagoma del fabbricato d’angolo (INA assicurazioni) che richiederebbe una radicale riqualificazione delle due facciate con la ricerca di soluzioni di qualità architettonica, con il coinvolgimento della proprietà, che rimuovano l’elemento di chiusura della facciata rispetto alla piazza, che a sua volta risente negativamente di questo rifiuto di una sua lettura da un piano sopraelevato.
Parimenti i giardini privati della vicina via Sottocastello, che con la loro quinta di alberi interrompono oggi quella continuità storica di affaccio della piazza sul suo fiume, in una ideale prosecuzione dello spazio da un lato fisicamente circoscritto e dall’altro aperto e senza limiti sulla valle che presenta in modo naturale un panorama sull’unicità del paesaggio fluviale.
Il liston, che nelle analisi storiche si è rivelato segno storico della piazza dei Martiri, dovrà essere coerentemente mantenuto ed incluso nello spazio urbano accentuandone la sua percezione.
L’ illuminazione delle due piazze (come ogni altro luogo cittadino) dovrà essere studiata da esperti in grado di progettare la luce al fine di ottenere una lettura notturna dello spazio architettonico e degli edifici che le delimitano, per favorire il ruolo della vita pubblica e sociale anche di sera.
Il traffico che interferisce nel contesto urbano delle piazze e ne soffoca le attività e la vivibilità, rappresenta un tema da affrontare e risolvere quanto prima. A tal proposito la presenza del parcheggio di Lambioi (che si suggerisce dovrà essere maggiormente segnalato a chi proviene fuori città, quale specifico parcheggio per raggiungere il centro della città) favorisce indubbiamente l’individuazione di idonee soluzioni laddove ci si orienti per un suo maggior sfruttamento proprio in relazione alle potenzialità che presenta e soprattutto alla sua vicinanza e comodità di accesso al centro.
Sarà inoltre indispensabile individuare soluzioni che limitino al massimo il transito, anche temporaneo, nelle due piazze evitando o limitando le contaminazioni dello spazio urbano, e ricercando mezzi alternativi al trasporto privato che dovrà essere consentito e limitato – anche temporalmente – allo scarico e al carico della merce in entrata.
Il trasporto pubblico dovrà essere ristudiato ricercando soluzioni che favoriscano l’uso dei mezzi pubblici a servizio dell’utenza, prevedendo automezzi meno impattanti e ricercando percorsi marginali se non addirittura esterni alle piazze, affrancandole definitivamente dagli attuali inopportuni e continui attraversamenti.